Nella quinta lezione di IACS, il prof. Degli Antoni ha ribadito il fatto che tutti gli studenti devono studiare Javascript, utilizzando il sito
http://eloquentjavascript.net, in modo tale da raggiungere una solida e più facile comprensione degli argomenti che verranno affrontati nelle lezioni successive.
Successivamente ha descritto quale potrebbe essere il nostro futuro, dicendo che il lavoro cambierà, non esisteranno molti lavori fissi e saranno molto frequenti le collaborazioni, in cui ognuno lavorerà individualmente producendo qualcosa di significativo e utile per un determinato progetto. Sarà quindi necessario avere una certa cultura, saper comunicare, analizzare e collaborare, muovendosi all'interno delle cosiddette 'nuvole di computer'.
Si è poi passati ad analizzare i loghi creati per la Free Wiki University, ma non è stato ancora scelto il migliore.
Degli Antoni ha anche annunciato che ci saranno due seminari interessanti a cui partecipare:
- uno su un linguaggio di programmazione ad alto livello relativo alla grafica e al web;
- uno su Google Apps.
Le Google Apps girano su 'engine', un motore virtuale programmato usando Python e, proprio per questo, ogni studente dovrà scegliersi il libro migliore per poter imparare questo linguaggio di programmazione.
Come è stato detto bisogna saper:
- analizzare;
- rappresentare;
- avere un'esperienza;
- comunicare.
Per questo è stato fatto uno schema grafico che descrive meglio tutti questi processi.
Una persona che analizza la realtà si fa un idea mentale di quest'ultima, grazie all'esperienza, che rappresenta la continuità nell'osservazione del mondo. La realtà idealizzata, che è ovviamente soggettiva, viene stampata, realizzando il processo di reificazione, cioè di costruzione della realtà. Quando un'altra persona legge la stampa reificata, si fa anch'essa una nuova e diversa idea della realtà, compiendo una virtualizzazione e completando il processo comunicativo. La trasmissione dei dati, che avviene invece tra i computer, non può essere vista, quindi, come un'attività di comunicazione, ma può comunque portare alla creazione di una realtà virtuale, sempre meno imperfetta visto la continua evoluzione della tacnologia.
Per analizzare la realtà, non basta solo l'osservazione, ma è necessaria anche la riflessione, che permette una ri-programmazione della mente. Nel progettare si dovranno, perciò, analizzare non le cose, ma i concetti, le idee e per farlo occorrono degli strumenti (tools), che sono delle astrazioni 'pure' definite come 'agenti cognitivi'. Questi fanno riferimento, ad esempio, all'atto di indicazione, ossia un atto mentale molto importante, che col passare del tempo ci ha portati alla costruzione di oggetti come il mouse o il touch pad.
Gli agenti cognitivi sono:
- cosa;
- come;
- dove;
- chi;
- quanto;
- quando;
- perchè.
Il 'quando' è da considerarsi come una realizzazione virtuale e non come semplice indicazione temporale, visto che il tempo è relativo al processo in cui si sta verificando. Il 'perchè' è uno strumento importante, ma pericoloso ed è meglio evitarlo. Esso è legato al senso delle cose, alla storia e non bisogna farne un uso inappropriato, visto che chiedere il perchè ad una persona è come entrare nella sua testa e invadere la sua privacy. L'uomo, nel farsi delle idee, deve utilizzare, invece, dei modelli che vanno a sostituire il vuoto provocato dalla mancanza di una risposta al pericoloso perchè. Uno degli obbiettivi è quello di demolire la conoscenza banale.
Ecco quindi che Degli Antoni arriva alla sintesi dei compiti da svolgere:
- prendere un articolo di giornale e individuare gli agenti cognitivi;
- cercare la definizione di XML su Wikipedia;
- analizzare con gli agenti cognitivi i seguenti termini:lezione,esame,appuntamento,corteggiamento;
- cercare su Wikipedia il concetto astratto del termine 'Nuvola' nel campo dell'informatica.
Per quanto riguarda la ricerca degli agenti cognitivi all'interno di un testo, si può considerare il seguente esempio:
Si può vedere che le informazioni sono state marcate, tramite delle etichette (
tag), in modo simile a quello che accade in XML, permettendo una facile rappresentazione della realtà e compiendo un processo di astrazione. I tag sono arbitrari e possono essere iterabili, cioè si possono usare in modo ripetitivo, e innestabili, cioè ognuno di essi può contenere a sua volta altri elementi.
Da qui il prof. Sadegh, continuando lo stesso discorso, ha introdotto in modo specifico XML.
Questo metalinguaggio è costituito da componenti denominati 'elementi', ossia blocchi elementari di documenti, che assumono una precisa struttura gerarchica. Deve essere sempre presente, e deve essere unico, l'elemento 'radice', o root element, il quale contiene al suo interno gli altri elementi. Ogni elemento deve essere, quindi, completamente incluso da un altro elemento.
Ogni elemento deve rispettare una precisa grammatica:
- deve essere presente uno
start-tag e un end-tag e per gli elementi vuoti, esiste una sintassi abbreviata
< />;
- il nome del tag è case-sensitive;
- il nome può iniziare con una lettera, un underscore o con i ':' e può contenere lettere, numeri e alcuni caratteri di punteggiatura.
Un elemento può contenere quindi: altri elementi (sub-elements), del testo (data-content) o del contenuto misto (mixed content), ossia degli elementi e anche del testo. A differenza dell'HTML, l'XML non pone limiti alla creazione di nuovi tag.
Gli elementi possono inoltre avere delle ulteriori informazioni, chiamate attributi, che ne descrivono le proprietà. Gli attributi si possono paragonare a degli aggettivi e sono costituiti da un nome e da un valore; essi devono essere distinti, univoci, e vanno inseriti all'interno dello start-tag.
Quando bisogna utilizzare gli elementi e quando, invece, gli attributi? Gli elementi sono utilizzati quando l'informazione è strutturata e quindi sono indispensabili per il significato dei documenti, mentre gli attributi non sono rilevanti da questo punto di vista e vengono utilizzati per descrivere delle proprietà. Per esempio se definisco un libro, considero come elementi i capitoli, le sezioni, i paragrafi e non il colore, le dimensioni, che sono irrilevanti dal punto di vista semantico e vanno quindi collocati tra gli attributi.